Il riconoscimento e l’identificazione delle emozioni altrui sono resi possibili attraverso i mirror neurons e i collegamenti neuronali coinvolti.
La scoperta dei neuroni specchio ha casualmente e inaspettatamente interconnesso attività riferite a comportamenti relazionali, solitamente oggetto degli studi psicologici, a meccanismi biologici.
Conoscenza di se stessi e riconoscimento degli altri, modulazione delle proprie e delle altrui reazioni emotive sono gli step obbligatori per qualsiasi relazione: socio-giuridica, didattica, terapeutica, ma anche organizzativa, lavorativa, di marketing e così via. E sono, peraltro, le competenze che si apprendono in ogni corso di formazione da quelli rivolti agli insegnanti a quelli delle professioni di aiuto o quelli per acquisire ruoli da leader.
La riconduzione a un dato scientifico di queste abilità e competenze offre così anche ai più scettici e resistenti, a quanti cioè si pongano nelle relazioni professionali come direttivi e prescrittivi o, semplicemente asettici e neutrali, una indiscutibile necessità di riflessione: il potere e l’autorevolezza, termini sui quali si giocano il proprio ruolo professionale, nonché la compliance del cliente, sono sostenuti ovvero minati dalla relazione empatica che si riesce a instaurare.
La teoria dei neuroni specchio nel dimostrare come l’empatia abbia basi biologiche, riesce a suggerire, con dato scientifico, un elemento necessario per ogni efficace prescrizione di regimi alimentari e dietetici: “sentire” vissuti ed emozioni del paziente per accoglierlo e comprenderlo, al di là del peso e della massa corporea, nelle dinamiche emotive che a quei numeri sono sottesi.
Se non avessi corpo vivente, se non mi fossero dati il mio corpo vivente, il mio io empirico allora io non potrei “vedere” nessun altro corpo vivente, nessun altro uomo»
(E. Husserl, 1973)
Percorrere gli stati emotivi connessi al piacere, alla consolazione, alla rabbia, alla soddisfazione, al controllo, alla punizione non solo mentalmente o teoricamente, ma con vissuti esperienziali e sensoriali è una delle modalità con cui “Sessuologia Alimentare” attiva il professionista al riconoscimento di emozioni e sensazioni di sé e, attraverso se stesso, degli stati emotivi del cliente.
L’attivazione empirica che moltiplica l’effetto empatico della relazione tra il portatore del problema o del disagio e il professionista è una delle innovazioni fondanti della Sessuologia Alimentare, specificatamente per i biologi e i medici, dei quali formazione e approccio terapeutico, per quanto accoglienti, appaiono normalmente di tipo più “prescrittivo” che “relazionale”.
E la circostanza che le neuroscienze tendono oggi a dimostrare l’origine biologica dell’empatia può far cadere ogni resistenza e perplessità in ordine alla costruzione di una compliance fondata sulla relazione e non solo sul potere della prescrizione dello stile alimentare al fine di garantire successi permanenti e definitivi.