Cibo, sesso, mindfulness. Un approccio complementare.
Cibo, sesso, mindfulness: un approccio complementare.
La mindfulness è una pratica che risale all’antica filosofia buddhista e indica “consapevolezza” “coscienza di sé” (https://mindfulness-academy.it/order-form1630227090429). Il fine della Mindfulness è proprio indurci a essere presenti a noi stessi nei singoli momenti che viviamo, dimorando nella consapevolezza ed evitando gli automatismi del pensiero, il sovraccarico emozionale e i meccanismi associativi condizionanti (Daniel J. Siegel). Per giungere alla connessione con se stessi occorre sviluppare la plasticità neurale che produrrà il cambiamento funzionale del cervello di fronte alle esperienze di vita.
Le neuroscienze hanno dimostrato senza ombra di dubbio gli effetti benefici della mindfulness (https://adaa.org/sites/default/files/Segal_Ross%20Lecture.pdf) a vari livelli: equilibrio emotivo, flessibilità della risposta, comunicazione assertiva, funzioni immunitarie e cardiache ecc.
Il professore Jon Kabat-Zinn, biologo molecolare, docente universitario presso la University of Massachussetts Medical Schoole, fondatore della Clinica per la Riduzione dello Stress e il Center for Mindfullness in Medicine, Health care and Society, ha introdotto questa forma di meditazione nei circuiti della medicina tradizionale e studi recenti confermano la validità della Mindfulness in un ampio campo di disturbi.
C’è un solo modo per avvicinarsi alla Mindfulness ed è l’esperienza diretta: occuparci di ciò che sta accadendo, di ciò che stiamo facendo, dello spazio in cui ci siamo e ci stiamo muovendo. Per ogni situazione c’è una tecnica in grado di aumentare la propria soddisfazione, ridurre lo stress e migliorare il benessere emotivo. Si impara a lasciar andare i pensieri, le paure e le ansie, a prevenire il burn-out e a tornare in contatto con il proprio corpo (https://www.mrgrimaccia.it).
Cibo, sesso e mindfulness
Quanto siamo consapevolmente presenti quando mangiamo? E nei nostri incontri intimi?
Quanto la nostra mente o le nostre emozioni ci portano altrove, lontano da lì, da dove è, dove si trova il nostro corpo?
Evidente ed immediata, allora, l’utilità della mindfulness nell’approccio con il cibo e con la sessualità. Cibo e sesso sono legati al corpo: la nostra mente e le nostre emozioni vivono spesso disincarnate dal nostro corpo che subisce, però, gli effetti di quei pensieri e di quelle emozioni che ci allontanano. Sul comportamento alimentare e sul comportamento sessuale (Desiderio del cibo/desiderio sessuale.) ricadono sempre più gli effetti negativi dei pensieri dello stress, delle ansie, delle preoccupazioni o, più semplicemente, delle emozioni: la Mindfulness ci consente di acquisire competenze che impediscono ai nostri pensieri di agire come un pilota automatico,
fuori dalla nostra consapevolezza, di muoverci, così, agilmente tra le nostre emozioni e godere del momento focalizzando l’attenzione sul presente con una presenza “incarnata”.
Mindful eating
9 sono i tipi di fame nell’approccio mindful:
- fame degli occhi: vedere cibo, desiderio di mangiare
- fame del naso: sentire gli odori del cibo è aprire le porte del desiderio di mangiare
- fame delle orecchie: ascoltiamo il crepitio della frittura, lo scrocchiare della cioccolata e desideriamo mangiare
- fame della bocca: gusto gradevole o stimolante, aumenta il desiderio, mangiamo ancora.
- fame del tatto: mani, labbra, lingua, consistenze, sensazioni di piacere
- fame dello stomaco: i suoi segnali sono riferibili anche a sensazioni legata all’ansia o al nervosismo che ci inducono a mangiare o a mangiare troppo senza effettivo e reale bisogno di nutrimento fisico
- fame cellulare: la fame che ci segnala quando il nostro organismo ha bisogno di nutrirsi, senza complicazioni e interferenze di altro tipo (emozioni)
- fame della mente: l’influenza dei pensieri che non sempre seguono i bisogni effettivi e veri del nostro corpo
- fame del cuore: bisogno d’amore, d’attenzione, sfogo di tensioni, ricerca di gratificazione, fame emotiva.
Quando avvertiamo fame, la mindfulness ci aiuta a capire ciò di cui abbiamo bisogno: se di un momento di piacere, di consolazione, di nutrirci o di amore. E per ogni fame c’è una diversa possibilità di soddisfazione evitando che sia sempre il cibo la falsa e dannosa panacea di altri bisogni.
Ma c’è anche la grande possibilità di coniugare sensazioni e desideri per un’esperienza di piacere esaltante e soddisfacente.
Mindful sex
Allo stesso modo del comportamento alimentare, anche per il comportamento sessuale possiamo individuare 9 tipi di desiderio.
Mescolare due entità che si fondono e confondono e richiedono l’armonia dei sensi, della mente, del cuore: mangiare è una sorta di atto sessuale come l’atto sessuale è una sorta di riproduzione dell’atto del mangiare.
I motivi per cui si fa sesso sono diversi e non sempre coincidono con
- “l’attività sessuale cellulare”, intesa come fisiologica, cioè quella indotta dai complessi meccanismi di regolazione del sistema nervoso centrale deputati alla sopravvivenza della specie. Esaminiamo allora le altre 8 attinenze:
- la vista: canale privilegiato della seduzione, vedere e desiderare
- l’olfatto: nasale, gli odori e retronasale, per la percezione dei feromoni
- l’udito: quanto può sedurre la voce?
- il tatto: toccare il corpo con ogni parte del corpo
- la bocca: il sapore dei baci, della pelle
- i genitali: il sesso non riproduttivo, istinti basici che, come la fame dello stomaco, vengono confusi con altre sensazioni che afferiscono a questo organo.
- la mente: la pesante valenza dei pensieri, l’attrazione del sapiosexual, le fantasie sessuali
- la fame del cuore: l’amore che c’è. O che manca.
La sessualità come l’alimentazione ha bisogno d’essere scevra da elementi disturbanti. L’attenzione al qui e ora, l’armonia del corpo e della mente, la capacità di ascoltare e vivere le sensazioni e il corpo: l’incarnarsi e il coltivare l’intimità, propri della mindfulness.
In conclusione
Cibo, sesso, mindfulness: questo è un primo, leggero approccio ad un argomento vasto che richiede numerosi approfondimenti che sviluppiamo nei nostri corsi.
Le neuroscienze hanno spalancato una finestra importante sulla mindfulness a dispetto di tanti scetticismi.
La pratica professionale, offrendoci riscontri lusinghieri, ci induce ad elaborare con entusiasmo studi nuovi come quello introdotto con questo articolo.
Siamo convinti che una maggiore “centratura” sulla persona, un lavoro che vada al di là della liquidità odierna e si concentri sul valore dell’individuo, sulla ricchezza di tutto il suo essere sia fondamentale: diventa così percorribile efficacemente il cammino diretto al benessere psico-fisico fatto di assenza di malanni e pieno di sensazioni positive, emozioni gestite, equilibrio mentale, piacere.
Riferimenti:
- Brotto L.A., Woo J. (2010). Cognitive-behavioral and mindfulness-based therapy for low sexual desire. Treating sexual desire disorders: A clinical casebook, 149-164.
- Suzan David: Emotional Agility, 2018
- Daniel J. Siegel. Mindfulness e cervello, 2007
Si ringrazia Maria Rita Grimaccia, naturopata, consulente in sessuologia clinica, istruttrice mindfulness, insegnante di meditazione, operatrice Translational Music, riflessologa plantare https://www.mrgrimaccia.it