Infertilità femminile e alimentazione
L’infertilità femminile è la condizione per la quale la donna non ottiene una gravidanza dopo almeno un anno di rapporti liberi non protetti. E’ diversa, quindi, dalla condizione di sterilità intesa come l’impossibilità assoluta di ottenere una gravidanza.
Alla nascita, la donna possiede una riserva ovarica di circa 400 mila ovociti, che va progressivamente impoverendosi col passare dell’età, azzerandosi alla menopausa.
La prevenzione della fertilità nella donna inizia sin dalla sua infanzia e prosegue fino all’età adulta.
Le cause dell’infertilità femminile sono molteplici: uterine, tubariche, ovulatorie/ormonali cervicali, vaginali.
Particolare attenzione va posta nella prevenzione e cura delle infezioni sessualmente trasmesse che possono avere conseguenze negative sulla fertilità a breve e a lungo termine.
Alimentazione e stili di vita non corretti sono fattori altrettanto importanti e degni di ulteriore attenzione. Vediamo.
Alimentazione e fertilità
Ruolo positivo dell’alimentazione
Alcuni cibi possono svolgere un ruolo positivo sulla fertilità, es. alimenti contenenti:
- vitamine del gruppo B, in particolare la B12, e folati (aumento della fertilità + effetto protettivo nei confronti di difetti del tubo neurale del feto. Gli effetti benefici dei folati sulla fecondità si hanno con dosi decisamente superiori rispetto a quelle utilizzate nella prevenzione delle malformazioni)
- la vitamina D: ovaie, endometrio e placenta sono ricche di recettori per la vitamina D e vari studi hanno mostrato che donne con fertilità ridotta — soggetti con ovaio policistico e forte carenza di vitamina D — hanno registrato miglioramenti con integrazione della vitamina. Tuttavia, i lavori epidemiologici disponibili non mostrano chiara correlazione tra status plasmatico di vitamina D e gravidanza
- situazione analoga per la vitamina E che in alcuni casi pare aumentare la fertilità, ma che a dosi molto elevate rappresenta invece un fattore di rischio per problemi cardiaci e tumori del seno
- il consumo di soia e derivati sembra esercitare un debole effetto positivo
- Il consumo di pesce, ricco di omega 3, potrebbe costituire un fattore positivo, ma va considerato il potenziale rischio dovuto al possibile accumulo di metalli pesanti, in specie mercurio
- un ruolo positivo è confermato agli acidi grassi insaturi e polinsaturi, soprattutto omega 3.
Ruolo negativo dell’alimentazione
- anche nella donna si conferma il ruolo problematico dei grassi trans- mentre non paiono avere impatto determinante quelli saturi
- il consumo di carne pare essere deleterio anche per la fertilità femminile
- controverso l’effetto dei latticini: studi recenti non hanno mostrato effetti negativi anzi, alcuni riportano deboli effetti positivi, soprattutto in donne oltre i 35 anni.
L’importanza degli stili di vita
Insidiosi per entrambi i sessi sono le cattive abitudini comportamentali, i disturbi alimentari e gli inquinanti:
- fumo: premessa la cancerogenicità dei diversi componenti del fumo di sigaretta, la nicotina e altre sostanze contenute nel tabacco e nella carta compromettono la salute degli spermatozoi, in particolare danneggiano e riducono la mobilità; le donne fumatrici hanno un maggior rischio di ritardato concepimento, di aborto spontaneo e gravidanze extrauterine rispetto alle non fumatrici e vanno incontro a menopausa in media due-tre anni più precocemente.
- alcol: l’alcol etilico è una molecola tossica per tutti i tessuti e il consumo eccessivo, nella donna, altera i meccanismi dell’ovulazione e dello sviluppo/impianto embrionale; nell’uomo, invece, riduce i livelli di testosterone e danneggia la maturazione degli spermatozoi
- infezione sessualmente trasmesse spesso misconosciute, possono avere conseguenze negative sulla fertilità a breve e a lungo termine, quindi è necessario ribadire l’importanza della prevenzione
- eccessiva o ridotta attività fisica, stress-psico fisico e disturbi alimentari (eccessiva magrezza ed obesità) influenzano la fertilità provocando una alterazione del profilo ormonale
- inquinanti ambientali/alimentari (sostanze chimiche derivanti prevalentemente da rifiuti industriali, insetticidi, fungicidi ed erbicidi) agiscono come interferenti endocrini, in quanto hanno la capacità di mimare o interferire con i nostri ormoni e provocare effetti tossici sul feto e sul liquido seminale.
Conclusioni
Sia per la donna sia per l’uomo (Infertilità e alimentazione (prima parte)), l’alimentazione riveste un ruolo importante tra le cause di infertilità.
La fertilità richiede uno stile di vita adeguato ovvero:
- una alimentazione sana, prediligendo la dieta mediterranea
- comportamenti corretti che minimizzino quanto più possibile fattori di rischio quali il fumo, l’abuso di alcol, la promiscuità sessuale, l’obesità, la eccessiva magrezza, la sedentarietà, ma anche l’eccessiva attività fisica, l’uso di anabolizzanti e l’esposizione a fattori tossici alimentari ed ambientali laddove possibile.
Scritto da:
Dott.ssa Assunta Ascione
Medico Chirurgo
Specialista in Urologia
Dirigente medico presso ASST Ospedale Niguarda Milano
Consulente in sessuologia Esperto in educazione sessuale
Esperto nell’approccio Sessuologico-alimentare
Docente corsi Sessuologia Alimentare